Impianti fotovoltaici grid-connected
Per definizione, essi sono connessi elettricamente alla rete elettrica nazionale (Enel od altro distributore), e con essa danno luogo ad uno scambio energetico bidirezionale.
I componenti primari in un impianto grid-connected sono:
- Il generatore fotovoltaico, costituito da un campo di una o più serie (stringhe) di moduli fotovoltaici, disposte in parallelo tra loro;
- L’inverter, dispositivo di conversione da corrente continua (prodotta dal campo fotovoltaico) ad alternata (della rete elettrica), necessario per scambiare con la rete nazionale l’energia prodotta dal campo fotovoltaico;
- I dispositivi di connessione ed eventualmente di protezione nel punto di consegna;
- I contatori , di cui uno contabilizza l’energia elettrica prodotta dal campo fotovoltaico, e l’altro quella che fluisce da e verso la rete (bidirezionale).
Il dimensionamento di un impianto grid-connected va progettato fin dall’iniziale stima di fattibilità in funzione della finalizzazione che ad esso vogliamo dare:
- Impianto destinato a produrre energia con obiettivo primario la vendita della stessa (centrali fotovoltaiche)
- Impianto destinato a produrre energia con obiettivo primario il risparmio energetico, ovvero l’utilizzo per i propri fabbisogni (scambio sul posto): uso domestico o aziendale.
In entrambi i casi un vincolo imprescindibile alla realizzazioni è dato dal sito identificato per la messa in opera: esposizione al sole e superficie disponibile sono le variabili primarie da considerare.
Nel caso di centrali fotovoltaiche, si tratta in genere di installazione di pannelli solari a terreno, di dimensioni stimabili in ettari di superficie e potenze il cui ordine di grandezza è 1 o più Megawatt. Per esse le produzioni sono in grado di alimentare utenze per centinaia di civili abitazioni. I parametri di investimento, dell’ordine di alcuni milioni di euro, vanno accuratamente valutati, come pure le condizioni di vincolo sul territorio coinvolto e le condizioni di consegna alla rete elettrica nazionale.
Nel secondo caso siamo invece in presenza di utenze domestiche (civili abitazioni private) oppure utenze di tipo aziendale, ove le presumibilmente limitate superfici disponibili impongono un calcolo dimensionale basato sull’energia consumata dall’utenza e la possibilità di coprirla “in proprio” attraverso l’adozione del generatore fotovoltaico.
Le medie di consumo si evincono facilmente dalle bollette energetiche, e la progettazione dell’impianto è finalizzata all’identificazione del mix ottimale tra superficie da ricoprire, investimento e il suo ammortizzo grazie al risparmio energetico.
Sulla scia degli impegni del protocollo di Kyoto e degli obblighi nell’ambito della Comunità Europea, nell’uno e nell’altro caso, per gli impianti grid-connected, si può accedere alla forma di incentivazione statale dettata dal Decreto Conto Energia. E’ stato emanato a Febbraio 2007 e prevede il pagamento di una tariffa incentivata per tutta l’energia prodotta, che si aggiunge al risparmio dato dall’utilizzo della stessa per i propri consumi. Ciò consente di ammortizzare l’investimento effettuato in un numero di anni sicuramente limitato e molto interessante.
Il vantaggio dell’adozione di un Impianto Fotovoltaico non è solo economico (risparmio in bolletta, manutenzione all’osso, semplicità di utilizzo) ma risiede anche nella mano che tutti noi possiamo dare all’ambiente. A fronte di un impatto estetico, architettonico e visivo, molto limitato, realizziamo un impianto che non emette alcunché in atmosfera, e ci produce la stessa energia per la quale paghiamo un prezzo in termini di inquinamento da CO2 (anidride carbonica) pari al oltre 500gr per ogni KWh prodotto con i combustibili fossili (petrolio, carbone, …). Equivale, per il fabbisogno energetico di una famiglia di 4 persone, ad un beneficio, per OGNI ANNO, di circa 2,5 tonnellate di CO2 NON IMMESSE in aria….
Consideriamo che la vita media di un Impianto pannelli solari Fotovoltaici è di oltre 30-35 anni.