
Quando un installatore monta un impianto fotovoltaico su di un tetto, deve sempre fare i conti con gli ostacoli progettuali del costruttore (camini, abbaini, antenne) o con problemi riguardanti l’instradamento dei cavi dai pannelli al quadro di consegna.
Generalmente negli edifici, specialmente se costruiti sino al 2000, non si prevedeva la possibilità d’installare in un futuro un impianto fotovoltaico, cosa invece che risulta abbastanza naturale al giorno d’oggi, anche in virtù dei vincoli ecosostenibili che le nuove abitazioni devono rispettare.
Nei casi più comuni d’installazione su di un tetto a falda, l’installatore deve impiegare un tubo metallico supplementare che corre giù per la grondaia sino al locale elettrico.
In alternativa vengono utilizzate le vecchie canne fumarie in disuso.
Se tali soluzioni sono sgradite al proprietario, non resta che realizzare ex novo un pozzetto per la tromba delle scale o nella muratura dell’edificio, soluzione però altamente dispendiosa sia in termini di costi che di tempo.Invece, in fase di progettazione, è sempre presente negli edifici un pozzetto che l’attraversa in senso verticale, all’interno del quale corrono tubature dell’acqua e del riscaldamento, cavi elettrici e cavi dell’antenna TV.
Da qualche tempo è quindi buona norma prevedere un pozzetto più largo con la predisposizione per il passaggio di altri cavi (fotovoltaico o solare termico), indipendentemente dalle esigenze del cliente finale.
E’ il principio del “disaccoppiamento”, che permette integrazioni successive alla consegna dell’edificio, senza gravami di spese o di autorizzazioni da richiedere ad altri proprietari per il passaggio dei cavi dell’impianto.Altro nodo critico è il passaggio dei cavi attraverso il tetto.
Normalmente i tetti sono impermeabilizzati e i soffitti rivestiti in materiale isolante, per cui l’installatore si trova a dover rimuovere l’isolamento e l’impermeabilizzazione, consentire il passaggio dei cavi con un tubo e poi ricostruire isolamento e impermeabilizzazione.
Tale operazione inoltre richiede l’allestimento di un ponteggio, per cui i costi e i tempi di realizzazione lievitano a dismisura.
Tenendo conto del famoso pozzetto in fase di progettazione, è possibile aggirare tale ostacolo con un supporto ad ombrello preinstallato, che consente di base il passaggio di tubi e/o cavi sul tetto.
Infine, nei vani tecnici, è buona norma prevedere uno spazio in più da lasciare vuoto per successivi ampliamenti o per adempiere a nuove normative dei gestori energetici.
Si consideri che l’inverter andrebbe installato di norma nei pressi del contatore, e i gestori energetici richiedono sempre il rispetto di numerose norme tecniche.
Inoltre il locale deve essere adeguatamente areato per prevenire rischi di surriscaldamento.Buona norma progettuale, nel caso di tetti a falda, è lasciare il più possibile libera la falda esposta a sud, spostando sulla falda a nord eventuali comignoli, lucernari, condotti di areazione.
Qualora sia previsto a progetto l’installazione di un parafulmine, esso andrebbe collocato in maniera tale da rendere un futuro impianto fotovoltaico all’interno della zona protetta.
Ovviamente, dev’essere sempre previsto un conduttore a terra collegato all’impianto.
In ultima analisi, vanno previsti anche eventuali elementi di disturbo esterni all’edificio, quali alberi o altre costruzioni attorno che fanno ombra sull’impianto.