La Bigelow Aerospace sta realizzando il primo albergo orbitante attorno alla terra, che sarà alimentato a pannelli fotovoltaici. Il progetto, mostruoso dal punto di vista dei costi e della tecnologia messa in campo, e di discutibile fruibilità effettiva, tuttavia è uno studio molto importante per lo sviluppo della tecnologia negli impianti fotovoltaici. L’albergo, pronto nel 2014, è già costato 500 milioni di dollari, e sarà collocato ad una distanza di 515 km dalla terra. La dubbia fruibilità è data dal fatto che sarà un albergo a disposizione solo di miliardari, dato che una notte in una camera con vista sulla terra costerà appena un milione di dollari.Ma veniamo agli sviluppi tecnologici che tale progetto potrà assicurare. La necessità di rendere l’albergo orbitante autosufficiente ha creato numerosi problemi in fase di progetto, poiché la realizzazione di un’unità abitativa situata in condizioni estreme, richiede oggi che il rapporto tra superficie fotovoltaica esposta e energia prodotta sia 10 volte superiore alla tecnologia oggi disponibile. Il complesso sarà dotato di 140 pannelli fotovoltaici e batterie sufficienti ad immagazzinare l’energia prodotta: già questo dato conferma che è stata scartata l’ipotesi di applicare energia nucleare, perché il fotovoltaico è più sicuro. Nello spazio i pannelli fotovoltaici riescono a catturare raggi solari nel rapporto di circa 1.300W/mq, mentre sulla terra tale rapporto arriva al massimo a 140W/mq. L’obiettivo che si sono posti gli scienziati è di arrivare a garantire una continuità nel tempo superiore a quella odierna, oltre ad assicurare una resa 10 volte superiore. Attualmente i pannelli fotovoltaici hanno una durata di circa 30 anni, con una resa garantita sino al ventesimo anno pari all’80% del valore iniziale. Nell’albergo orbitante, i pannelli dovranno durare 50 anni, diminuendo quindi manutenzioni e sostituzioni.
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