“La tariffa individuata sulla base dell’articolo 8 è incrementata del 5% per gli impianti fotovoltaici ubicati nelle zone classificate alla data di entrata in vigore del presente decreto dal pertinente strumento urbanistico come : industriali, commerciali, cave o discariche esaurite, area di pertinenza di discariche … “.
Questo è quanto recita, in sintesi, l’articolo 10 del Terzo Conto Energia per il Fotovoltaico, del resto, era un incremento già previsto dal vecchio Conto Energia.
Ed è, forse, anche a questo che hanno pensato quando hanno ipotizzato in Emilia la possibilità di installare, sulle ex discariche, dei parchi fotovoltaici.
Questo è poi divenuto realtà grazie ad un accordo che è stato siglato nel Comune di Bologna e che è stato promosso dall’Amministrazione regionale al fine di andare a sfruttare le discariche esaurite presenti sul territorio e per incrementare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Potranno essere realizzati 1 milione e 214 mila metri quadri di campi fotovoltaici, per una potenza complessiva degli impianti di 56,5 MW, che permetterà di risparmiare ogni anno circa 13.129 TEP (tonnellate di petrolio equivalenti) ed eviterà l’immissione in atmosfera di 39.224 tonnellate di CO2. La scelta di installare impianti fotovoltaici nelle aree delle ex discariche presenta diversi vantaggi. Il principale è sicuramente dato dal fatto che si tratta di superfici inutilizzate e da rivalutare, con una destinazione vincolata per diversi anni, quindi senza consumo aggiuntivo di territorio. Ma non va nemmeno sottovalutato che queste aree sono già oggi presidiate da personale tecnico a garanzia contro i furti e che queste, quasi sempre, sono già predisposte per l’allaccio alla rete elettrica.
Gli impianti fotovoltaici potranno essere realizzati direttamente dagli Enti gestori del servizio rifiuti, da privati ai quali verrà concesso l’uso delle superfici, dalle Energy Service Company (ESCO) a maggioranza pubblica, oppure direttamente dagli Enti locali.
Tra gli obiettivi dell’accordo anche la realizzazione nei principali comuni di colonnine destinate al rifornimento di energia per moto e biciclette elettriche per promuovere la mobilità sostenibile.
E’ da sottolineare come in questo modo, senza andare a produrre “consumo di suolo”, si può evitare di installare i parchi fotovoltaici nei terreni agricoli optando per i tetti e, in questo caso, per i terreni che sono già compromessi.