Secondo una indagine svolta da Greenpeace, e pubblicata nel giugno di quest’anno, le rinnovabili potrebbero rappresentare, nella metà di questo secolo, il 95% della produzione mondiale di energia elettrica.
Fatto ancora più interessante è che un primo studio attestava la cifra al 70%.
Ne consegue che le emissioni di CO2 potrebbero diminuire se questo trend fosse confermato dai fatti.
Nella stessa previsione si evince che nel 2050 la produzione mediante impianti solari potrebbe raggiungere una quota del 33%, scavalcando la produzione eolica ed idroelettrica.
Del resto,l’impennata delle installazioni di impianti fotovoltaici ricalca in pieno questa previsione,complice il calo del costo dell’impianto stesso e l’aumento del costo dell’energia.
Il nuovo ottimismo non è più fondato su dati forniti da associazioni di categoria, ma sulle ultime previsioni dei ricercatori sul clima ,che prevedono una necessaria riduzione delle emissioni di carbonio in atmosfera.
In un futuro prossimo venturo si prevedono, in tutto il mondo, degli incentivi ventennali e fondi di solidarietà,da parte dei paesi più ricchi verso i paesi più poveri, in modo da alleviare il fardello della spesa energetica.
In sostanza,una maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili, quindi a costo ridotto, produrrebbe un calo del costo per chilowattora.
Di certo alcune stime di produzione sono coerenti se considerate alle nostre latitudini, riportando qualche numero, Greenpeace stima che ,in un prossimo futuro, si arrivi ad una potenza installata di 1.000 gigawatt e che tra circa quindici anni questo enorme parco fotovoltaico, ad estensione mondiale, produrrà circa 1.400 terawattora annui.
Questo equivale ad una produzione di 1.400 chilowattora annui per ogni chilowatt di potenza installata, dato coerente con una insolazione nell’area mediterranea ed una buona esposizione verso Sud.
C’è da dire che le stime di crescita ed i numeri degli impianti,in Europa, fanno ben sperare in un roseo scenario.
Fonte : Photon