La Merchatec Inc. pronta a investire nel distretto produttivo casertano identificato come “Terra di Lavoro” 100 Milioni di Dollari.
La green economy si fa strada anche in Terra di Lavoro la cui provincia, grazie alla realizzazione di un polo energetico (Consorzio Polo Territoriale Energetico) si accinge ad imitare la nuova Sassonia, lander con soli 2,4 milioni di abitanti, ma da cui proviene circa il 20% delle celle solari prodotte nel mondo e l’80% di quelle prodotte in Europa.
In questo caso le ragioni del successo sono anche legate alla capacità degli amministratori locali che hanno creato le condizioni giuste per investimenti in infrastrutture, incentivi, ricerca. In sintesi, sono stati capaci di “fare sistema”.
Tornando all’investimento Statunitense, le date, le iniziative e gli appuntamenti annunciati a Novembre dello scorso anno durante un convegno scientifico tenutosi presso il Cira (Centro aerospaziale di Capua), si fanno più concreti: come i cento milioni di Dollari che si accinge ad investire nel casertano una delle più importanti Private Equity statunitensi, la Merchatec Inc. (200 milioni di Dollari di patrimonio, con vocazione per le energie rinnovabili) presieduta da Cary Masi, intervenuto al simposio lo scorso settembre.
Il consorzio di aziende si pone l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nazionale e internazionale per aziende, istituzioni e per tutti i soggetti pubblici e privati che intendono sviluppare iniziative innovative nell’ambito della filiera delle energie rinnovabili.
Il core-of-business sarà la realizzazione dei cosiddetti «wafer» e celle fotovoltaiche per pannelli, a cura delle ventiquattro società che fanno parte del Consorzio in rete con Italia Solare, società nata dall’intesa della multinazionale americana Competence Emea e, appunto, dal fondo Mercatech, che mette sul piatto l’investimento monetario e creazione di 265 posti di lavoro nel settore, in particolare, del fotovoltaico.
Secondo le stime dei promotori dell’iniziativa, infatti, la green economy, oltre ad avere ritmi di crescita esaltanti (il settore genera già oggi un fatturato di oltre 5 miliardi di euro al netto dell’import e degli investimenti) può rappresentare un’occasione di riconversione industriale e di rilancio dell’apparato produttivo locale segnato da una crisi che non è solo legata alla congiuntura internazionale.
La crisi viene da lontano, ne è l’esempio il settore dell’elettronica, presente con svariate realtà in parecchie zone industriali del casertano che ormai è rappresentato solo da industrie abbandonate e capannoni fantasma come il caso della Texas Instruments con sede in Aversa, il settore ha lasciato sul campo casertano oltre otto mila addetti.
Il Polo, presieduto da Renzo Polesel con amministratore delegato Bruno Cortese e con il patrocinio di Confindustria Caserta, è costituito da Competence Emea, Italia Solare, Consorzio Benecon, Consorzio Archo, Consorzio Progetto Bufala, Unindustria Caserta Servizi, Etabetaenergia, General Service, Majorano, Biesse Impianti, C.G.R., Co.im.el., Cor.im, Energise, F.lli Esposito, GL Solar Energy, Inventi, Landolfi e Traettino costruzioni, Meatec, S.a.com, Sa.co.gen, Se.c.im e Tea impianti s.r.l.;
Un progetto ambizioso ma già in larga parte concreto che ricorda quello della Sassonia Anhalt, dove, come già scritto, è stata creata dal nulla una sorta di “Solar Valley” con una concentrazione di imprese e società che spazioano dalla produzione si silicio, alla realizzazione di celle e pannelli.
Una realtà, quella che si delinea all’orizzonte, che ha suscitato l’interesse del mondo universitario ed in particolare della Seconda Università di Napoli con sede a Caserta. Lo scorso 3 Dicembre, infatti, il rettore della S.U.N., Francesco Rossi, ha firmato la sottoscrizione di un accordo quadro tra l’università e il Consorzio.
(n.d.r.) Fa un certo effetto leggere di nuovi investimenti in questa terra deturpata e saccheggiata da aziende scellerate e pseudo-imprenditori, questo potrebbe essere un trampolinio di lancio per future joint venture, per la creazione di occupazione diretta e di indotto. Di certo, gli investitori saranno condizionati dalle realtà locali, se queste saranno ostili, non pronte ad accogliere la cima di salvataggio, questi soldi saranno stati sprecati.