Per ogni era è coniato un termine che identifica il tipo di economia, sostenibile o meno, che meglio rappresenta le tendenze del mercato.
Oggi si definisce “green economy” una economia ecologica o ecosostenibile.
E’ quindi chiaro che il termine “green” non vuol dire semplicemente “verde” ma diverso, che quindi, oltre ai benefici economici (aumento del Prodotto Interno Lordo) prende in considerazione i danni ambientali.
E’ necessario produrre ricchezza spendendo meno materie prime ed occuparsi anche dello smaltimento del prodotto realizzato.
Questa tendenza propone, quindi, misure economiche, legislative, tecnologiche e di educazione pubblica in grado di ridurre il consumo di energia e di risorse naturali (acqua, cibo, combustibili, metalli, ecc.), diminuire la dipendenza dall’estero, abbattere le emissioni di gas serra.
Questa nuova economia è figlia di un movimento ecologista di cui ha tenuto, appunto, il prefisso green , ma si è evoluta su un piano meno fazioso e trasversale, di seguito è in atto una revisione dei parametri costo-efficacia.
Del resto il Presidente USA, durante la sua campagna elettroale ha più volte esortato al consumo responsabile, alla produzione sostenibile ed a chilometro zero,al ridurre l’inquinamento locale e globale.
Infine punta ad istituire un’economia sostenibile, servendosi prevalentemente di risorse rinnovabili (come le biomasse, l’eolico, il solare, l’energia idraulica) e procedendo al più profondo riciclaggio di ogni tipo di scarto domestico o industriale.
L’economia verde si basa sulla conoscenza delle economie ecologiche e delle economie verdi che affrontano il problema dell’interdipendenza tra l’economia umana e l’ecosistema naturale e che prendono in considerazione l’effetto avverso dell’attività economica sul cambiamento climatico e il riscaldamento globale.
Per questo si considera che la “green economy” abbia bisogno di sussidi governativi e anche di incentivi di mercato che diano motivazioni alle imprese per investire in ricerca e produzione di prodotti e servizi “verdi”.
Molti provvedimenti legislativi, come quello approvato in Germania ed in Italia, le leggi di molti paesi dell’Unione Europea e la recente “American Recovery and Reinvestment Act del 2009”,forniscono questo tipo di incentivi di mercato.
Ci si auspica che si perseveri in questa direzione (n.d.r.).
Il futuro è quindi nelle nostre scelte, noi abbiamo il potere di gestirlo.